La Posta del Cuore – Parte Terza

Cari amici, eccomi con la “Posta del cuore – parte terza”, in risposta al mio super-post del 10 febbraio, dove chiedevo il vostro aiuto perché “non so più di cosa scrivere sui social” e al quale voi avete risposto con centinaia di suggerimenti (a proposito, continuate con le domande)!
Oggi rispondo ai diversi quesiti di Davide Panzavolta, che chiede il mio parere “su agevolazioni alle multinazionali per invadere ogni settore economico e stritolare le aziende nazionali e locali”; “di come il commercio online delle multinazionali stia facendo chiudere tutti i negozi in ragione del risparmio economico e conseguente perdita di posti di lavoro”; “e di rispolverare il tema della sovranità monetaria, di Bankitalia, BCE e del signoraggio bancario”.
Eccomi. Per quanto riguarda le “agevolazioni alle multinazionali per invadere ogni settore economico e stritolare le aziende nazionali e locali” e “di come il commercio online delle multinazionali stia facendo chiudere tutti i negozi in ragione del risparmio economico e conseguente perdita di posti di lavoro”, il problema è uno solo: in effetti i colossi di Internet e le grandi multinazionali in genere hanno smesso di pagare le tasse. Ed è colpa del paradosso della globalizzazione, che somma l’evasione dei derivati, delle grandi imprese, delle multinazionali legate a internet e alla vendita online. Infatti in un mondo globale la tassazione dovrebbe essere globale, altrimenti l’evasione è incontrollabile. Ma oggi a comandare sono le grandi imprese multinazionali, per le quali il mondo è globalizzato, per i governi no. Non potranno esistere soluzioni realistiche finché ci saranno Paesi che abbassano la fiscalità per attrarre capitali. E l’Europa, in questo senso, è il continente più virtuoso. Quindi mettiamoci il cuore in pace perché cambiare questo meccanismo perverso, allo stato attuale, è un’ipotesi utopica.
Il tema della “sovranità monetaria, di bankitalia e BCE e del signoraggio bancario” è complesso da risolvere in poche righe ma va detto che tornare indietro sarebbe folle perché il mondo è cambiato rispetto ai tempi della lira e salteremmo in aria in 10 minuti. In Italia, rispetto al resto dell’Europa, siamo messi peggio perché abbiamo politici caimani e sindacati orrendi, ma il problema vero è che nell’Unione Europea non abbiamo capacità decisionale, perché un incontro in ambito Ue conta meno di una riunione condominiale. L’Unione l’abbiamo fatta a metà e nessuno, adesso, in Europa, ha la bacchetta magica per rimettere in sesto la baracca e far ripartire un vecchio continente che da troppo tempo ha perso la rilevanza economica, politica e militare e che finirà con l’essere un gigantesco ospizio controllato da extra-comunitari, dopo che i cervelli migliori saranno emigrati.
Stay tuned!

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