Tecnologie innovative
Dall’agricoltura di precisione alla progettazione sostenibile delle comunità, il futuro vuole bene al pianeta!
Sempre in merito alle tecnologie innovative reputate tali dal World Economic Forum, nella sua Global Agenda hanno un ruolo sostanziale due approcci alla sostenibilità ambientale.
Il primo riguarda l’agricoltura di precisione, nella logica che la combinazione di sensori e analisi dei dati in tempo reale migliora i rendimenti in ogni ambito. Man mano che la popolazione mondiale cresce, gli agricoltori dovranno produrre sempre più cibo. Tuttavia la superficie coltivabile non può tenere il passo. Queste tre considerazioni hanno messo in moto l’agricoltura di precisione, che aumenta i raccolti, riduce gli sprechi e mitiga i rischi economici e di sicurezza che inevitabilmente accompagnano l’incertezza agricolo-alimentare.
Se l’agricoltura tradizionale si basa sulla gestione di interi campi, prendendo decisioni relative alla semina, alla raccolta, all’irrigazione e all’applicazione di pesticidi e fertilizzanti, in base alle condizioni regionali e ai dati storici; l’agricoltura di precisione, al contrario, combina sensori, robot, GPS, strumenti di mappatura e software di analisi dei dati per personalizzare l’assistenza che le piante devono ricevere.
Sensori stazionari o robotizzati e droni dotati di telecamere inviano in modalità wireless immagini e dati su singole piante (dalle dimensioni dello stelo alla forma delle foglie e all’umidità del terreno) a un computer che poi li interpreta, con gli agricoltori che ricevono il feedback in tempo reale e quindi possono fornire acqua, pesticidi o fertilizzanti in dosi calibrate solo alle aree bisognose.
Perciò l’agricoltura di precisione può migliorare la gestione del tempo, ridurre l’uso di acqua e sostanze chimiche e produrre raccolti più sani e rendimenti più elevati, a vantaggio di tutta la filiera e dell’ambiente stesso. E oggi è tutto un fiorire di start-up per lo sviluppo di nuovi software, sensori e altri strumenti ad hoc, con i colossi del settore – Monsanto, John Deere, Bayer, Dow e DuPont – che sono più attivi che mai, come d’altronde lo stesso mondo accademico. Perché seguire le singole piante nel tempo e analizzare quelle che prosperano in condizioni diverse, consente di produrre varietà di semi ideali in specifiche condizioni di terreno e meteo. L’aspetto potenzialmente critico della questione è legato ai costi alti per dotarsi di queste apparecchiature, banda larga compresa. Con la conseguenza che le realtà agricole più piccole – come la gran parte di quelle italiane o quelle dei Paesi emergenti – rischiano di restare tagliate fuori dal processo ottimizzato.
Oltre l’agricoltura, è fondamentale la progettazione sostenibile delle comunità. E nel mondo Occidentale e in quello emergente, nell’ultimo decennio, la costruzione e l’ammodernamento dell’edilizia punta sempre di più alla riduzione dell’uso di energia e di acqua. La nuova frontiera è applicare la costruzione “verde” a più edifici contemporaneamente, perché, attraverso la condivisione di risorse e infrastrutture, si potranno ammodernare anche quartieri popolari.
L’esempio illuminante è il progetto Oakland EcoBlock, supportato dall’Università della California. Si tratta di uno sforzo multidisciplinare che coinvolge diverse sfere socio-economiche – dagli ingegneri agli esperti di società fino a esponenti di università, industria privata e organizzazioni senza scopo di lucro. Di fatto si tratta dell’ammodernamento di una quarantina di vecchie case contigue in un quartiere a basso e medio reddito vicino al Golden Gate, nell’area di San Francisco, in California. Con l’obiettivo di ridurre drasticamente il consumo di combustibili fossili e acqua e le emissioni di gas serra. La previsione conta che l’investimento infrastrutturale sarà recuperato con il risparmio delle spese operative ma garantendo comfort e sicurezza per i residenti.
Come? Pannelli solari intelligenti che saranno in grado di immagazzinare l’energia solare in eccesso per ricondividerla a tutte le abitazioni. Auto elettriche in condivisione che usufruiranno di due dozzine di stazioni di ricarica locali. Già solo queste misure dovrebbero dimezzare il consumo annuale di elettricità e portare a zero le emissioni di CO₂ (va sottolineato che oltre un quarto delle emissioni di gas serra degli Stati Uniti provengono dalle abitazioni).
E siccome il 50% del consumo di acqua nelle case della California è destinato a prati e giardini, l’idea di EcoBlock è quella di ridurre nel progetto la domanda di acqua potabile fino al 70%, attraverso il trattamento e il riutilizzo dell’acqua usata per lavatrici, giardinaggio e irrigazione. L’acqua piovana verrà raccolta e utilizzata per servizi igienici e lavatrici. Mentre anche i rifiuti avranno una filiera virtuosa.
Il tutto abbinando sostenibilità a posti di lavoro per le imprese locali di costruzione. Per un modello che potrebbe essere esportato con successo in tutto il mondo.