Quantum Computers (II parte). Va dove ti porta il cuore… dell’innovazione.

 
Riprendo dall’FdS di martedì scorso sulla mia interessantissima esperienza alla Singularity University e sul mondo dell’innovazione in grande fermento grazie alle enormi potenzialità di calcolo dei futuristici Quantum Computers. Dopo i settori dell’Artificial Intelligence e della Molecular Modeling, introdotti nell’ultimo FdS, continuo la panoramica sui computer quantistici dicendovi che stravolgeranno anche l’ambito della crittografia, ovvero tutto ciò che riguarda la preziosissima sicurezza online, militare e civile, sia dei privati che delle aziende, per non parlare poi della sicurezza di nazioni e istituzioni, perché gli attuali metodi di sicurezza, a causa di questa nuova tecnologia, diventeranno presto obsoleti. E in questo senso la National Institute of Standards and Technology – agenzia governativa americana – nell’aprile del 2016 ha avviato un processo di valutazione pubblica di 4/6 anni per gestire al meglio la delicata situazione.
Sviluppi decisamente interessanti per il calcolo quantico sono previsti nei mercati finanziari, sia per gli investitori che per gli analisti. Per non parlare della meteorologia. Difatti, secondo l’economista Rodney F. Weiher, il 30% circa del PIL americano – qualcosa come 6 miliardi di dollari – è influenzato direttamente o indirettamente dal clima; e incide su produzione alimentare, trasporto e commercio al dettaglio. Ecco quindi che la capacità di prevedere il tempo con più precisione potrebbe portare enormi vantaggi economici, informazioni essenziali su come gli esseri umani influenzino l’ambiente, oltre ad evitare disastri e perdite di vite umane. Con lungimiranza, il Met Office – il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito – sta già investendo sull’elaborazione quantistica.
E se vi siete appassionati alla fisica leggendo i best seller di Carlo Rovelli, il collegamento tra la fisica delle particelle e i computer quantistici è più che naturale perché i relativi modelli di calcolo sono straordinariamente complessi e poter utilizzare appieno “macchine” un miliardo di volte più veloci di qualsiasi software odierno, farà la differenza, eccome se la farà. Come già stanno constatando l’Universität Innsbruck e l’Institute for Quantum Optics and Quantum Information (IQOQI) of the Austrian Academy of Sciences nel loro programma basato su un sistema di simulatori quantistici.
E badate bene, tutto ciò non è all’insegna del puro sapere – almeno non solo – perché il business regna sovrano anche nella ricerca e sviluppo dei “quantum computers”. Con gli investitori di tutto il mondo che si stanno adoperando per inserirsi nel variegato ecosistema del calcolo quantistico. Per una “torta” da spartirsi che non riguarda soltanto i big dell’industria informatica, perché il mondo bancario-finanziario, le aziende aerospaziali e le imprese di sicurezza online hanno motivazioni altrettanto forti per sfruttare al massimo le pazzesche potenzialità della nuova rivoluzione dei computer quantistici. E altri settori – ancora distratti (o, più semplicemente, che ancora non hanno capito come interfacciarsi con la nuova tecnologia) – arriveranno, mentre, drammaticamente, come purtroppo capita ormai da decenni in questi ambiti di innovazione globale, l’Italia è al palo o quasi.

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