Italia, Grecia, Cina. La “Trilater” dell’inculata perfetta

No, vabbè, con il crollo delle borse cinesi, Forchielli è stato su tutti i media italiani. Sembrava il messaggio del Presidente della Repubblica a reti unificate. In un mese la Borsa di Shanghai ha perso il 30% dopo un rialzo del 150% nei 12 mesi precedenti e tutti a chiedere un commento al nostro eroe.

Alberto, ti ho visto, sentito e letto ovunque. Di’ qualcosa di esclusivo sulla questione anche all’Oblòg, altrimenti ci offendiamo… “Herpes, a te posso dire come stanno davvero le cose. È la solita inculata che si prendono i poveracci. In Cina, di solito, a prenderlo nel culo sono i poveri e gli stranieri. Stavolta è toccato ai poveri. Era scritto nelle stelle che le borse sarebbero crollate e ovviamente le élite hanno salvato i loro soldi. È il Teorema di Euclide: quando ti inchiappetta, ti sorride. E le élite era da un po’ che sorridevano. Ed è stata una bella batosta per milioni di risparmiatori cinesi: da ricchi e furbi a coglioni in un attimo. D’altronde i poveri cinesi sono abituati a prenderlo nel culo. Tecnicamente, in Cina, si chiama ‘Repressione finanziaria’ e funziona così: ogni tanto, tra inflazione, bolla immobiliare e azionaria, arriva una batosta sui risparmi dei poveri. È per questo che lavorano tutti come dei dannati, perché non riescono a risparmiare un cazzo.”

Be’, allora non c’è da stare tanto tranquilli, visto che tra proprietà immobiliari e scalate societarie, ormai l’Italia è in mani cinesi. Dici che finiremo anche noi con cicliche “Repressioni finanziarie” premeditate dalle èlite del Celeste Impero ai danni della gente comune, stavolta italiana? “Certo. È per questo che non voglio essere governato da un cinese. Ti incula per forza. È nella sua natura. Il cinese che comanda, al posto di dargli la mano, è da prendere subito a schiaffi, così, senza sapere neanche perché. Tu lo meni e lo sa lui il motivo perché l’hai menato. La cosa bella è che a quel punto lui, il maledetto cinese ricco o potente, ti stima pure perché dice, cazzo, come ha fatto questo stronzo qui a sapere così presto che volevo incularlo, dev’essere proprio un furbo più furbo di me. A quel punto inizia a rispettarti e c’è il rischio che con te, ’sto fottuto bastardo, possa diventare anche simpatico.” 

A proposito di inculata. Alla fine – o almeno in attesa della prossima stagione – sembra proprio che la “serie tv” Grexit sia giunta al lieto fine. Noi, intesi come europei, gli diamo i soldi e loro in cambio fanno una manovra pazzesca. Dov’è l’inghippo? “L’inghippo è che la Grecia è un gatto attaccato ai maroni degli italiani… ma i greci non potevano tosare le loro pecore invece che far tosare noi? È ovvio che questi soldi non li vedremo mai. Tsipras prima mi faceva pensare al nome di un nuovo antibiotico, adesso di una supposta, perché siamo di fronte a una inculata pazzesca. Non per l’Europa, per l’Italia, sia chiaro.”

Spiegaci… “Era meglio una manovra ‘tombale’ con una loro buonuscita dall’euro, una paccata di miliardi come aiuti umanitari e arrivederci. Invece adesso l’Europa dà alla Grecia altri 85 miliardi, di cui il 17,8% dobbiamo mettercelo noi italiani, va bene? Noi, nel 2009, come Italia, non avevamo crediti nei confronti della Grecia. Mentre adesso ci devono 42 miliardi oltre a questi ultimi. Crediti che erano nelle banche francesi e che in questi anni sono passati sul nostro groppone perché così ha deciso la Troika. Ma chi cazzo li fa i negoziati per noi, Superciuk?” 

Che tristezza. Senti questa. Lorenzo Sani, inviato di QN, era ad Atene nei giorni post-referendum. Ha scritto che con qualche piccolo disguido funzionava tutto. Poi per tornare in Italia ha preso i mezzi pubblici ad Atene e tutto era pulito, puntuale e con una gentilezza sorprendente degli addetti verso i turisti. È atterrato a Roma e si è trovato davanti al caos, tra disservizi e maleducazione. E ha concluso che la Grecia siamo noi… “È questo il punto. Le grasse risate le fanno loro, non noi. I veri sfigati siamo proprio noi italiani. Lo sappiamo tutti, in Europa e anche in Italia. Non ci chiamano alle riunioni perché i prossimi a saltare in aria siamo noi. Il problema è che la Grecia è piccola e si riesce a salvarla, noi siamo troppo grandi ed è impossibile. In quelle riunioni, oltre ai debiti della Grecia, parlano dei nostri, del nostro prossimo default. La Grecia è la prova generale. È per questo motivo che Renzi non viene convocato alle riunioni. È seduto nel banco a fianco della supposta Tsipras.”

Perché non ci tuteliamo? “Michelaccio, avevi un nonno nella Folgore? Un arciduca degli Asburgo come trisavolo?”

No… “Allora che cazzo vuoi comandare?!? Comandano loro e dico anche giustamente. Noi siamo come i greci per tanti aspetti. Le riforme serie mica le abbiamo mai fatte. Siamo deboli. Letta e Monti sono stati succubi della Troika. Renzi un pochino ci ha provato ma senza successo. Siamo senza speranza.”

Italia, Grecia. Una faccia, una razza. ’Sti cazzi.

Forchielli intervistato da Michele Mengoli per Oblòg (13 Luglio 2015)

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