On the road again 4.0 (II parte)

La strada del futuro è carica di contenuti tecnologici
Riprendiamo da martedì scorso sul tema delle strade ipertecnologiche, in grado di comunicare e anche ricaricare i nostri veicoli elettrici del futuro, come nelle sperimentazioni che abbiamo visto a Kansas City e tra Dallas e Denver. Ma non basta! In quest’ultimo caso la raccolta di energia lungo la strada comporta materiale piezoelettrico nelle superfici stradali, in grado di convertire le vibrazioni alimentate dal traffico dei veicoli in elettricità – grazie alla leggera flessione del materiale a causa del peso dei veicoli, flessione che produce corrente elettrica. Con gli ingegneri della Lancaster University che immaginano di recuperare da uno a due megawatt per chilometro, ossia energia sufficiente per alimentare tra i 2mila e i 4mila lampioni stradali.
Questa è tanta roba – soprattutto per noi che siamo ancora al Ponte Morandi di Genova. Come è tanta roba quella che può dare come valore aggiunto l’intelligenza artificiale, in particolare l’apprendimento automatico insieme alla visione artificiale, nella gestione del traffico. In questo senso Vivacity Labs sta lavorando con Milton Keynes, una città di 230mila abitanti a circa 90 minuti a nord di Londra, su un sistema di telecamere coordinate dall’intelligenza artificiale, dove i sensori monitorano un’area di 50 miglia quadrate, rilevando aree di congestione e alterando i modelli di traffico attraverso i semafori per eliminare le code e assegnare priorità al flusso di traffico per servizi di emergenza, trasporti pubblici e ciclisti. Mentre la Rapid Flow Technologies di Pittsburgh sta applicando l’intelligenza artificiale ​​nella gestione dei semafori utilizzando la tecnologia Surtrac, sviluppata dal Robotics Institute della Carnegie Mellon University, dove ciascun semaforo ha un certo grado di autonomia per decidere quando diventare rosso o verde, in relazione a tantissime altre variabili, con feedback costanti. Ciò serve per ridurre il tempo di viaggio del 25% e pure per ridurre del 40% le attese agli incroci. Aspetto che salvaguardia non solo i tempi morti degli automobilisti ma che equivale anche a minori emissioni di carbonio dei veicoli bloccati inutilmente nel traffico. Qual è la prossima iterazione del sistema? Il dialogo diretto tra le auto e i relativi limiti stradali, consentendo la velocità di crociera ottimale.
Se le città americane, a vario titolo, stanno esplorando il matrimonio tra intelligenza artificiale e viabilità, è proprio dall’Asia che potrebbe arrivare il primo sistema di trasporto intelligente al mondo. Bloomberg ha riferito che la Cina sta costruendo un tratto autostradale di un chilometro a Jinan, una città di quasi sette milioni di persone a circa 250 miglia a sud di Pechino. Per una strada “intelligente” che avrà tutto l’occorrente inserito in tre substrati: un materiale trasparente in superficie consentirà alla luce di raggiungere pannelli solari in grado di generare abbastanza elettricità per alimentare le luci autostradali e 800 abitazioni; i sensori incorporati saranno in grado di monitorare vari parametri come la temperatura e il flusso del traffico e altri servizi simili a Integrated Roadways; e, infine, questo tratto di strada sarà in grado di ricaricare veicoli elettrici in movimento. Anche perché la Cina nel settore dei veicoli elettrici e a guida autonoma ha investito soltanto nel 2017 circa 3,5 miliardi di dollari (fonte: Crunchbase).
È ovvio, come gran parte delle tematiche che affronto nei Forchielli della Sera, parliamo del mondo che verrà. Perché soltanto le tre maggiori reti di traffico extraeuropee – ovvero Stati Uniti, Cina e India – rappresentano da sole circa otto milioni di chilometri di strade! Per un viaggio verso il futuro che è appena iniziato. E che, molto probabilmente, terminerà prima della ricostruzione del nuovo Ponte Morandi a Genova!
 

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