Non si vedono prospettive ed è persino difficile stabilire di chi sia la colpa

Alcuni stralci dell’intervista:

Io non credo più nell’Italia. Guardandola da fuori, non si vedono prospettive ed è persino difficile stabilire di chi siano le responsabilità per esserci ridotti così. Quando mi sono laureato io, nel ’78, le cose non andavano tanto male, uscendo dalla facoltà di Economia ricevetti almeno sei-sette lettere di aziende che mi volevano, ma adesso la situazione è gravissima. L’analisi dei nostri punti di debolezza di allora indicava le aziende troppo piccole, il debito pubblico eccessivo, i contratti di lavoro rigidi, gli scarsi investimenti in ricerca e sviluppo. Lì ci siamo fermati. Solo che nel frattempo il mondo è andato avanti, dal crollo del Muro di Berlino è successo di tutto. Noi eravamo i cinesi d’Europa, lavoravamo cioè a basso costo e tutto sommato ce lo facevamo bastare, ma poi sono arrivati i cinesi veri e il giochino si è rotto.

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Alberto Forchielli, in un’intervista di Giovanna Guercilena,  L’impresa, Gruppo24Ore  12.2015

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