La sistematica confusione fra Unione Europea ed Eurozona: Cui prodest?

Gli italiani stanno nalmente cercando di capire se l’imperativo delle urgenti riforme strutturali sia compatibile con la permanenza del paese nell’Eurozona (spoiler alert: la risposta e’ “no”).
Quello che colpisce e’ come sui media e nel linguaggio politico si assuma pressoché unversalmente che la possibile uscita dalla moneta unica signichi automaticamente l’uscita
dall’ unione politica e commerciale. Tale assunzione non solo e’ grossolanamente errata ma anche dannosa ad un corretto svolgimento del dibattito.
L’Unione Europea e’ un organismo politico creato nel corso di decenni per sviluppare e coordinare politiche importanti come traco di beni, merci e persone. Tale organismo comprende 28 paesi e, fra le altre cose, sovrintende a trattati chiave come l’accordo di Schengen, il programma Erasmus ed altri.
L’Eurozona e’ un accordo di 19 paesi che hanno deciso di adottare una divisa comune per facilitare gli scambi e realizzare una progressiva integrazione politica. I suddetti paesi sono tutti anche membri dell Unione Europea.
Paesi come Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Polonia e Bulgaria sono membri dell’ Unione Europea ma non dell’ Eurozona, ed hanno pertanto mantenuto la moneta nazionale. La decisione della Gran Bretagna, di uscire dall’ Unione Europea (non dall’eurozona dove non e’ mai entrata), e’ costantemente usata come esempio negativo per l’Italia rinforzando quindi la nozione che l’uscita dalla moneta unica sia assimilabile all’uscita dall’Unione Europea.

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Non ce bisogno di una laurea in diritto europeo comparato per capire la dierenza di cui sopra. Tutti i paesi membri dell’euro zona sono anche membri dell’Unione Europea ma non tutti i membri di quest’ultima partecipano nell’Eurozona. Eppure la norma nel dibattito politico e mediatico è la sistematica assunzione che abbandonare l’euro signichi automaticamente uscire dall’Unione. E chiaro che la logica di un possibile ritorno alla sovranità monetaria e la logica di un uscita dall’Unione Europea sono questioni totalmente diverse.
E’ pertanto totalmente possibile immaginare che l’Italia si sganci, magari temporaneamente, dalla moneta unica, aronti le riforme necessarie a diventare un moderno paese avanzato senza per questo uscire dal mercato comune, e, cioè, senza uscire dall’Unione Europea.
Risulta quantomeno bizzarro che politici, professori ed economisti illustri referenzino costantemente lo scenario dell’uscita dall’euro come la ne della politica comune Europea.

Cui prodest, verrebbe da chiedersi, da tale confusione?
 
 
Articolo di Pietro Ventani (Investor, Entrepreneur, Contrarian, MD APP Advisers) – Qui il PDF

 

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