INTERVISTA AD ALBERTO FORCHIELLI: LE IDEE, I SUCCESSI, L’UOMO

Si scrive Alberto Forchielli, si legge dinamismo, simpatia e successo. L’economista e imprenditore, a capo della Mandarin Capital Partners, conosciuto agli italiani anche grazie alla simpatica caricatura ricreata da Crozza nel suo “Fratelli di Crozza” in onda su La7, vive da anni tra l’Italia, la Cina e gli USA. L’ho intervistato più volte, e nel gennaio 2020 mi telefonò proprio dalla Cina per fornire le prime riflessioni su quanto stesse accadendo in merito all’emergenza sanitaria scatenata dalla diffusione del SarsCov2. Scrittore di successo, uomo dalla capacità di analisi molto elevata, in grado di fiutare i nuovi trend economici e di trasformarli in successo, si racconta attraverso le mie domande, ancora una volta.

Imprenditore italiano ma la tua fortuna si sviluppa in Asia fin fai tempi in cui eri in Finmeccanica, negli anni ‘90: in Italia è difficile o addirittura impossibile realizzare i progetti che hanno fatto di te un uomo di successo all’estero?

Non è che sia impossibile, è una realtà diversa. Semplicemente, già negli anni ’90 sentivo attrazione nei confronti del territorio asiatico. Da analista economico sapevo che l’Oriente sarebbe divenuto un importante protagonista della finanza e dell’economia internazionale, e così decisi di fare il passo ben prima di altri, verso quella direzione.

Sei a capo dell’importante private equity europeo Mandarin Capital Partners, e di recente hai messo a segno un altro successo: attraverso la controllata Sidam di Mirandola, hai acquisito il 100% di un’azienda del settore biomedicale, la Emotec, attiva anche nel recupero delle cellule staminali dai cordoni ombelicali: il mondo della finanza abbraccia un settore che fa riflettere sul futuro a breve e medio termine dell’umanità. E’ in atto una grande trasformazione, forse non solo per ciò che concerne i sistemi politici e finanziari…

Il biomedicale non è il solo settore in forte crescita, ci sono anche quelli dell’energia, del digitale, dell’elettrico… E’ però vero che c’è parecchio fermento per ciò che riguarda la ricerca scientifica su diversi fronti e anche grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie dedicate alla salute. La cosa importante è che si rendano fruibili a tutti le cure per malattie che, fino a una manciata di anni fa, erano ancora considerate incurabili, come il cancro.

Hai pubblicato libri che esortano soprattutto i giovani a darsi una mossa, o meglio a “muovere il culo”, volendo riprendere il titolo di uno di essi (Muovete il culo! – ed. Baldini+Castoldi): cosa è successo all’operoso popolo italiano?

Semplicemente le nuove generazioni stanno al caldo, sanno di poter contare sulle famiglie che a loro volta, dopo il periodo del boom economico e da bravi risparmiatori, sanno di poter garantire la vita e il futuro ai figli e ai nipoti. Questo non li stimola nemmeno troppo a cercare davvero un lavoro, a crearsi una carriera. Il fatto che i figli, oggi, restino con mamma e papà pure dopo i 40 anni, la dice lunga su come non vi sia una spinta propulsiva per rendersi indipendenti, per tagliare il cordone ombelicale.

Cosa consigli, oggi, a circa due anni da un cambiamento socio-economico e politico mondiale, che si verifica al di là della pandemia, a chi chiede: dove posso andare a vivere?

Il Canada resta la scelta più sensata. Chi ha un titolo di studio e una buona preparazione, è sempre bene accolto. Le opportunità non mancano, lo stile di vita è buono e anche il sistema sociale. Altrimenti, per chi non vuole andare troppo lontano, l’Europa del Nord va presa in considerazione.

Molti ti conoscono solo sotto il profilo imprenditoriale, pochi sotto l’aspetto umano: chi è Alberto Forchielli fuori dal business, dalle telecamere e dalle analisi finanziarie ed economiche?

Un uomo che quando non è in giro per affari ama starsene steso sul divano a leggere. Leggo moltissimo. Ma non sono un pigro, se c’è qualcosa di stimolante da fare io mi muovo. Viaggiare, per esempio, affrontare anche nuove sfide, mi attrae. Altrimenti me ne resto tranquillo, a leggere.

L’intervista del direttore responsabile EMILIA URSO ANFUSO, pubblicata su GLI SCOMUNICATI, il 14 Dicembre 2021