Breve scambio sulle svalutazioni “competitive” con Michele Boldrin dove lui fa il professore ed io l'alunno scemo

1. Ricevo una breve mail da un caro amico, che il mondo degli affari lo conosce e non solo quello italiano, anzi. Mi scrive (fra le altre cose):

“Tu credi che entrando nell’Euro l’Italia abbia fatto un’enorme cazzata?

Sono  pieno di rimorsi, io c’ero con X ed Y, tutti i giorni, quando si lavorava per l’entrata nell’euro ed  ho gioito. Ma [ora mi chiedo se] non [fosse] meglio rimanere con le nostre svalutazioni  competitive?”

2. Gli rispondo (fra le altre cose):

“Bevi meno [alla sera]  🙂

Entrando nell’Euro a meta’ anni ‘90 l’Italia ha evitato di finire come la Grecia! Le svalutazioni competitive sono state una delle cause del cancro, non una cura e quando gli italiani se ne renderanno conto sara’ [sempre un po’] tardi.

Facciamo questo giochetto: trovami un paese che si sia sviluppato per davvero, dove la produttivita’ sia cresciuta assieme al reddito medio e continui a crescere, […] a mezzo di “svalutazioni competitive” come le chiami tu. Uno, trovamene uno e poi ne riparliamo”

3. Sua risposta, sincera e diretta:

“No, non  trovo un paese. Le tigri si sono sviluppate tenendo il cambio basso costantemente, ma apprezzandolo mano mano che si sono affermate. Il Cile  non ha continuamente svalutato. Alcuni paesi del S.A. hanno svalutato più volte e rimangono dei cessi. Svalutazioni causa del disastro perché non hanno alimentato una crescita di produttività e del V. A. come avrebbe dovuto essere?”

4. A cui rispondo (sempre fra le altre cose :))

“ E quindi, per cosa ti preoccupi? Avete fatto la cosa giusta, solo che poi (meglio: contemporaneamente) non si sono prese le altre misure, ancor piu’ necessarie. [Il problema viene da li’, da questa seconda mancanza.]

Guarda caso [come tu riconosci] NESSUN paese e’ riuscito a crescere stabilmente ed arricchirsi grazie ad una sequenza continua di svalutazioni, nessuno! Infatti, quelli di successo, dagli USA all’Inghilterra, dal Giappone alle Tigri a dove vuoi tu, han fatto esattamente il contrario.

E la ragione e’ banale: [ogni mezzo secolo] una svalutazione di emergenza perche’ i conti pubblici sono andati a ramengo e l’inflazione interna non si e’ riflessa sul cambio (capita, con cambi controllati rigidamente e cattive politiche fiscali) magari ci sta, se c’e’ la necessita’ dovuta a politiche fiscali e monetarie sbagliate (vedi Argentina, che ha fatto tutte le politiche monetarie e fiscali sbagliate e tutte le svalutazioni e solo quelle … guarda come stanno di nuovo!). Svalutare serve come soluzione estrema e temporanea di fronte ad errori drammatici e come condizione per curarsi veramente. Ma la svalutazione continua e programmata e’ solo un sussidio alle imprese inefficienti ed agli imprenditori cialtroni. Una droga che fa dimenticare la propria malattia e rinvia la data della cura. Infatti una droga che impedisce di curarsi. Le svalutazioni, da fine anni ’70 sino al 1994, hanno DANNEGGIATO gravemente l’economia italiana. Ed oggi le si paga, tutte. E con gli interessi.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *