Prodi, innovazione e investimenti per non finire come Messico. Messaggero, ricavi vendita grandi aziende non reinvestiti Italia

(ANSA) – ROMA, 29 MAG – Doppia stoccata di Romano Prodi nell’editoriale domenicale pubblicato sul Messaggero. “Innovazione e investimenti per non finire come il Messico”, ha scritto commentando l’Assemblea annuale della Confindustria,  spiegando che occorrono interventi d’emergenza per evitare “un’economia italiana sempre più anomala rispetto a quella degli altri Paesi europei”. Sempre nello stesso articolo Prodi sottolinea di “essere amareggiato ma non sorpreso di vedere molte delle nostre più grandi e floride imprese cadere in mani straniere” ma soprattutto “amareggiato e sorpreso nel vedere che i ricavi di queste vendite non sono stati per niente investiti nel fare progredire le nostre strutture produttive”.  A proposito del rischio Messico, Prodi cita un recente intervento di Alberto Forchielli, presidente e fondatore del fondo Mandarin capital partners, secondo cui il pericolo nasce dal fatto che l’Italia si sta “orientando verso una struttura simile a quella del Messico, dove convivono tre diverse organizzazioni economiche”. Eccole: “Una prima formata da imprese eccellenti che sfidano i mercati internazionali, una seconda che opera in un mercato informale sfruttando le imperfezioni del mercato e utilizzando una mano d’opera scarsamente specializzata” e una terza rappresentata da “una corposa parte del Paese” che “vive nell’evasione delle regole e nell’illegalità”. (ANSA).

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(ANSA) – ROMA, 29 MAG – Rischio Messico per l’Italia. Così aveva spiegato Alberto Forchielli, presidente e fondatore del fondo Mandarin capital partners, nell’articolo citato da Romano Prodi questa mattina nell’editoriale del Messaggero. “Nell’Italia del futuro ci sarà un settore moderno, fatto di eccellenze, come l’oleodinamica a Modena, le macchine impacchettatrici a Bologna, i vini della Franciacorta”, scrive Forchielli sul sito on line ‘Innovatori europei. “Poi avremo una grossa area di ‘nero’, con grandi aziende al suo interno e con le forze dell’ordine che chiuderanno gli occhi per far sì che la gente non vada a delinquere. Infine ci sarà il terzo settore che sarà a fortissima criminalità. E l’unica possibilità che abbiamo dinanzi a questo scenario futuro sarà quello di cercare di tenere bilanciate queste tre macro-realtà. Il Messico di oggi funziona così”. Il quadro viene definito dallo stesso autore “a tinte fosche”, ma non serve “piangerci addosso”, bensì occorre intervenire per evitare che il rischio diventi realtà.(ANSA).

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