L’incubo è restare senza gas e dover chiudere l’azienda. Tocca pure lodare Di Maio.

Forchielli: niente vacanze, seguo le imprese 

«Sono dei matti». L’imprenditore Alberto Forchielli è nella sua casa di Imola. Quest’anno niente vacanze, bisogna seguire le aziende. Nel caldo torrido è arrivata pure la crisi di governo. Sono «i matti» di prima. «C’è da fare la legge di Bilancio, chiudere il Pnrr, l’inflazione che non si ferma, la Bce che alza i tassi, se poi le banche smettono di erogare credito, allora si ferma il Paese. È il momento più difficile e noi ci troviamo senza governo. Tra l’altro lo scudo Bce è fatto su misura per Draghi, non è che adesso arriva un altro e ottiene le stesse condizioni». 

Il giudizio sui partiti che hanno causato la crisi… 

«Sono degli irresponsabili totali non hanno il senso della realtà. Sono dei matti». 

Ma quei partiti saranno puniti dagli elettori? 

«Non credo, diranno che Draghi è voluto andare via per evitare il periodo peggiore. La gente non sarà in grado di capire e ha la memoria corta». 

Da imprenditore della ceramica, uno dei settori più a rischio per gli aumenti energetici, è molto preoccupato? 

«Il governo Draghi mi dava tranquillità, quel minimo di sicurezza che non avrebbero penalizzato i settori energivori nel caso di riduzione nei flussi di gas. Ora sa solo Dio cosa può succedere. Ci aspetta una campagna elettorale sulle pensioni a mille euro, il taglio delle tasse e viva Putin. È una pazzia». 

Ha già deciso cosa votare? 

«L’unica debole speranza è che l’area di centro abbia una performance fuori dall’ordinario. Calenda, Bonino, Di Maio, Sala, questa gente qui» 

Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe arrivato a confidare in Di Maio 

«Non me lo sarei mai immaginato. Di Maio è stato educato da tecnici dalla Farnesina, è venuto fuori un ragazzino con un certo spessore. Poi fatto qualche scelta di convenienza, ma va beh».

Qual’è la situazione delle sue aziende? 

«Abbiamo imprese che fanno creme di bellezze o accessori che non così sensibili al ciclo economico. Per 9 delle nostre io aziende sono abbastanza rilassato. Il problema è la ceramica che da sola fa 400 milioni di fatturato. Qui siamo alla tempesta perfetta». 

C’è il rischio che come nei mesi precedenti le aziende non producano perché non conviene per i costi dell’energia? 

«Non credo. La cosa che mi preoccupa di più è la chiusura delle aziende perché non c’è il gas disponibile, questo sarebbe drammatico. Anche con i prezzi alti con un po’ di credito e di efficienza ci si stava dentro. li mio incubo è avere ordini, ma non poter produrre perché non c’è gas». 

E poi c’è la crisi di governo 

«È il momento peggiore. I pensavo di passare questo periodo con un governo in gam-ba che gestiva Finanziaria, Covid e Pnrr. Eravamo abbastanza tranquilli. Ma ha presente chi può essere il prossimo ministro del Tesoro?». 

Chi sarà? 

«Alla fine non conta. Nessuno avrà le stesse condizioni che aveva Draghi». 

L’intervista di Marco Madonia, pubblicata su il “Corriere di Bologna”, 24 luglio 2022

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