Come si sono ridotti i sostenitori del latino…con i loro complessi d’inferiorità (Parte II)

di Ciro Balestrieri

Non tutto è farina del sacco di Gardini, infatti prende in prestito delle citazioni di personaggi di un antico passato a cui è molto legato, come al futura festival del 2017 nel quale sfoggia tre magnifiche perle, la prima delle quali recita: “Leggetevi l’epistola 88 di Seneca a Lucilio dove abbiamo una delle difese più magnifiche del sapere per il sapere, dove dice “Nessuna disciplina è importante se fa fare soldi”, quindi l’opposto di quello che predicano oggi i demolitori del sapere umanistico”.

Innanzitutto l’affermazione non ha alcun senso, poiché “l’importanza di qualcosa” non è direttamente correlata con i soldi che fa ricavare o genera. Per esempio la dimostrazione dell’ultimo teorema di Fermat non ha portato alcun guadagno in termini economici ma è comunque ritenuto estremamente importante dalla comunità scientifica. Poi, Gardini col latino ha guadagnato discretamente bene, sia perché è un prof. universitario sia perché ha venduto libri, quindi se usassimo uno dei sillogismi a cui lui è tanto affezionato, dovremmo pensare di conseguenza che il latino non è importante perché gli ha permesso di fare soldi? Ma non era il contrario di quello che voleva dimostrare?

La seguente perla è tutta sua: “Il latino è uno dei momenti più alti dell’intelligenza umana, una delle più grandi conquiste dello spirito umano, al pari della cappella sistina, dell’empire state building o di certi fenomeni naturali”. Sinceramente se il latino sia uno dei momenti più alti dell’intelligenza umana è difficile dirlo, potrebbe anche essere ma non è questo il punto. Davvero sconcertante è invece la comparazione del latino con delle costruzioni o con dei fenomeni naturali, di cui non ha nulla da spartire. Gardini continua a paragonare la sua amata lingua ad una qualsiasi opera o chissà quale fenomeno naturale solo per cercare di renderlo più importante agli occhi del suo pubblico.

Conclude inoltre con questo così alto pensiero “Noi non siamo solo individui ma siamo parti di una società, basta che uno sia eccellente in una società, che quella società è eccellente […] e allora quello che è di uno è di tutti, io credo che lo studio del latino sia anche, soprattutto in Italia dove già c’è nel liceo classico e scientifico, mantenere lo studio del latino significa mantenere quest’occasione di studio superiore, più complesso, più esigente, basta che ci sia uno che ci va che la società intera ne beneficia e può vantarsi di avere qualcosa che altri non hanno”. Ecco, questo modo di pensare è davvero molto deleterio per una società, ed in Italia sta facendo moltissimi danni.

Il concetto per cui siccome qualcuno in passato ha fatto grandi cose allora chiunque sia venuto dopo di lui può vantarsi di quello ed appropriarsene il merito è una vera rovina. Si vede spesso in questo Paese, dove si ripete ogni volta di come ci siano stati dei geni come Dante, Raffaello, Leonardo, Galileo e così via, perciò gli italiani sono bravi e belli e non hanno niente da imparare da niente e da nessuno, ma solo insegnare ad altri che di conseguenza sono ignoranti. Con questa retorica ridicola da un lato e persino fascista dall’altro (Italiani, un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori) si assiste anno dopo anno, da decenni ormai, ad una decaduta dello Stivale da Stato tra i più avanzati d’Europa a Nazione a rischio di default  che si avvicina sempre di più ad Argentina e Messico.

I giovani più capaci continuano ad emigrare in Paesi come USA, Canada, Australia che erano persino sconosciuti ai tempi di Michelangelo, ma si continua con la narrazione di quanto sia “grande” questo Paese e tutti quelli che ci abitano, a parte ovviamente gli immigrati che si permettono di venire qui a contribuire alle casse dello Stato pagando le pensioni ai baby pensionati, un vero scempio alla grande tradizione italica.

 

La III ed ultima parte ?? Lunedì 25 Marzo 2019

 

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