Ritorno a Boston dopo due settimane a Washington – Parte II

Le mie 2 settimane a Washington DC sono state formidabili e ho imparato tantissime cose; tuttavia sono tornato a casa più scettico che mai e ho la sensazione che la macchina federale non sarà all’altezza della situazione indipendentemente da chi sarà il prossimo presidente.

Le Corporations sono ben gestite, anche le città, gli Stati e le Università probabilmente lo sono, ma il sistema federale non funziona come dovrebbe e il Governo federale non riuscirà facilmente a cambiare lo status quo.

Solo un Presidente più saggio e con una rilevante esperienza alle spalle potrebbe riuscirci, ma una persona con queste caratteristiche non si vede all’orizzonte.

È necessaria una grande crisi, positiva o negativa che sia, per ottenere dei cambiamenti degni di questo nome.

Sono sicuro che una crisi arriverà, e sarà quello il momento in cui i leader dovranno sapere la verità e tirare fuori buone idee per il cambiamento.

Probabilmente la crisi colpirà attraverso una massiccia svalutazione del dollaro.

Il sistema federale, nel suo insieme non funziona però bisogna tenere in considerazione che tra i tanti Stati e la miriade delle Città alcune aree sono molto ben governate, altre invece… beh meglio lasciare perdere. Ciò che aiuta è il fatto che gli Stati non sono completamente autonomi nei loro budget e questo li limita anche nelle potenziali follie. In poche parole devono essere bilanciati su orizzonti temporali ragionevoli. Ciò permette anche di bilanciare alcune scelte particolarmente rigide e di folle partigianeria che alle volte vengono decise da Washington che però poi, fortunatamente, non ha la potenza politica e legale necessaria a livello statale e municipale.

Gli stati sono al di fuori della partita della Moneta e delle rispettive valutazioni e svalutazioni quantomeno non quanto è coinvolto il Governo federale poichè, per definizione, stati e città sono più vicine ai bisogni della gente e non discutono o ragionano con concetti semi astratti come garanzie dei collaterali, valori azionari e sicurezze collegate. Potrà mai essere che qualunque cosa succede al mondo possa diventare un pericolo per gli US?

Ormai ovunque una grande economia innovativa è associata a una grande università. La straordinaria combinazione di talento dalle università, soldi dalla Finanza, pragmatismo naturale e esperienza gestione aziendale permette alle grandi multinazionali Americane di essere le migliori al mondo.

Washington, per loro, è come portare i propri figli a giocare al parco gioco con il risultato che possono fare e disfare a proprio piacimento qualunque cosa. Il differenziale in termini di talenti dispiegabili e la potenza finanziaria di cui dispongono fanno sì che non via sia possibilità per nessuno di eguagliarli nella capitale.

Al giorno d’oggi i leader che vengono in America vanno alla Silicon Valley o a Seattle. La politica estera è fatta dalle multinazionali americani molto più che dal dipartimento di Stato. Quando gli amministratori delegati delle grandi aziende americane vanno in Cina vedono direttamente Xi molto più facilmente che il segretario di stato, hanno grandi folle a seguirli nei propri discorsi alle università e sono estremamente popolari.

Questo è un fenomeno relativamente nuovo ma sta diventando ogni giorno più importante. Per evitare di non capire nulla è bene buttare un occhio e tenerlo sotto controllo.

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