ORA!, il nuovo partito liberista. “Compriamo quattro atomiche dal atomiche dal Pakistan”

Nasce nel weekend, con tanto di congresso fondativo, il nuovo partito guidato dall’economista Boldrin e dall’imprenditore Alberto Forchielli. Guarda alle elezioni del 2027, vuole dialogare con Azione, +Europa e i Radicali. Quindicimila iscritti, tanti giovani, contro Putin e critici di Israele. L’obiettivo: “svegliare dal torpore l’Italia”

Vuole fare il sindaco di Bologna, comprare “quattro bombe atomiche dal Pakistan” e trasformare il movimento che ha fondato in un partito. L’imprenditore Alberto Forchielli è l’altra faccia di “Drin Drin”, si definisce “centrista” ma non cerca la moderazione nelle parole. “Siamo indipendenti”, spiega scongiurando patti con destra o sinistra. Insieme all’economista Michele Boldrin prepara il congresso che lancerà “ORA!” verso le politiche del 2027. Vaste programme.

L’idea è nata “un po’ per caso” un anno fa. In uno dei tanti video con l’amico Boldrin, professore alla Washington University di St. Louis, Forchielli suggerì di ricreare Fare per Fermare il Declino, la meteora liberale di Oscar Giannino. Qualche dubbio, poi la sfida: “Se arrivano mille email, si fa”. “Così mi sono incastrato in questa macchina infernale”, scherza Forchielli.

Perché di messaggi ne sono arrivati oltre 12 mila ed è nato “Drin Drin”, il movimento che oggi ha quasi 15mila iscritti, in larga maggioranza under 35 e il prossimo weekend terrà il suo primo congresso. Drin Drin diventa partito, si chiamerà “ORA!”. Ennesimo esperimento nel già ingolfato centro? Può darsi, ma la storia è gustosa. Tiriamo giù Forchielli dal letto. È in Sudamerica per un giro in moto, in Argentina sono le sette.

“Non voglio fare il senatore a Roma né il ministro dello Sviluppo economico”, puntualizza Forchielli. L’accento, però, lo tradisce. “Al massimo candidarmi a sindaco di Bologna, così rompo un po’ le palle a Matteo Lepore”. Verace, diretto, Forchielli è bolognese doc. Nato in una famiglia che mastica politica – il nonno fu deputato della Democrazia Cristiana – è un imprenditore di successo. Un master a Harvard, quindi consulente, funzionario alla Banca mondiale e alla Banca europea per gli investimenti, poi rappresentante in Asia per Finmeccanica, ha fondato un’azienda di rinnovabili e un fondo di private equity in Cina.

L’ambizione non manca. “I sondaggi ci danno attorno allo 0,8%, a Torino siamo all’1,5%”. Drin Drin scompare dai radar nel meridione: “Siamo ancora molto nordisti, ma abbiamo sedi in Calabria e in Sicilia”. Ora il grande salto: “L’obiettivo sono le elezioni del 2027”.

L’esperimento è nato sui social, dove Boldrin ha un grande seguito: “Ha un caratteraccio, ma i giovani lo ascoltano ed eccoci qui”, sintetizza Forchielli. “ORA!” non è un richiamo all’Afuera! di Javier Milei, ma il progetto è smaccatamente liberale. Il nuovo nome è la risposta alla sveglia: “Drin Drin! Sveglia dal torpore in cui vive l’Italia da trent’anni. Qui la produttività non cresce, una cosa mostruosa, che non si vede manco in Somalia o in Sudan. Per questo abbiamo bassi stipendi”.

L’approccio di Forchielli è imprenditoriale. “Dobbiamo investire sull’innovazione, aprire la strada ad aziende disruptive. Come succede in Corea del Sud o negli Usa. Da noi nessuno punta sulle start-up”. In Italia il settore vale poco più di un miliardo di euro. “E vi pare tanto? Ce ne vorrebbero 20 di miliardi”.

Anche sulla politica estera le idee sono nette: “Siamo sfacciatamente anti-putiniani e pro-ucraini, ma anche sfacciatamente pro-palestinesi, anche se su questo è Boldrin il più critico di Israele, infatti ci tacciano di antisemitismo di continuo”. Forchielli ha una ricetta chiara per difenderci da Putin: “Invece di spendere miliardi in difesa, compriamo quattro bombe dal Pakistan, gli diamo quattro soldi ed è fatta”.

Si rischia un bel botto, che però prima Drin Drin deve fare alle urne. Servono alleati. “A Elly Schlein preferisco Giorgia Meloni, ma siamo centristi ed escludo interlocuzioni con il centrodestra”. Nemmeno con Forza Italia, gamba moderata del governo? “FI è un partito vecchio, votato dai vecchi, i nostri iscritti sono giovani e spero possano sostituirci presto”. Chi è rimasto? “Con Azione, +Europa e i radicali c’è chimica. Con Luigi Marattin no: è arrogante e non conta niente. Preferisco Calenda, ma ogni volta che lo dico mi prendo di quei mugugni”.

Tutto passa sempre dagli iscritti. L’associazione, digital first e popolare su YouTube e Instagram, usa piattaforme come Discord per comunicare e come Github per votare le tesi programmatiche. Un sistema grillino, provochiamo Forchielli: “Scherzate poco, la paura di una deriva tipo Cinque Stelle esiste, ma noi vogliamo un partito davvero democratico. E la partecipazione al voto è molto alta, il 75% ha votato per la trasformazione in partito”. Per chi vuole suonare la sveglia, l’appuntamento è il 11 e 12 ottobre ad Abano Terme, in provincia di Padova. Drin Drin.

L’intervista di di Giulio Ucciero, pubblicata su HuffPost

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