Linee guida per capire il mondo che verrà (I parte). Il potere non è solo noioso ma è anche inutile mentre la tecnologia ci salverà.

Il 25 luglio, a Cortina d’Ampezzo, in occasione della interessante kermesse “Una montagna di libri”, ho avuto il piacere di parlare ancora una volta del saggio Il potere è noioso. A quasi un anno di distanza dalla pubblicazione di quel fortunato libro – che racconta di me, di come vedo il mondo, con tanti piccoli consigli per i giovani al fine di cavarsela in questi tempi veloci, centrifugati e incerti –, il dibattito con la platea ha rinnovato l’esternazione delle mie linee guida. Che ripropongo in due FdS.
La premessa è sempre la stessa. Non scrivo per la gloria, né per i soldi e nemmeno perché mi piace scrivere. La molla della scrittura è stata sicuramente l’essere diventato popolare fra i giovani italiani, qui e in giro per il mondo (perché all’estero è pieno di nostri giovani connazionali), che mi scrivono tutt’ora – inviandomi i loro CV – perché sono disperati e vorrebbero trovare qualche buona opportunità di lavoro, magari restando in Italia. E quindi mi sono sentito in dovere di aiutarli nel muoversi al meglio.
In primo luogo raccontando loro la verità: questo maledetto Paese non ha e non avrà opportunità per loro. Abbiamo perso quarant’anni di sviluppo elettronico, perciò non abbiamo industrie importanti e senza industria – e settori economici competitivi – non ci possono essere opportunità interessanti. Allo stesso tempo gli immigrati ci hanno rimpiazzato nei lavori di manodopera, se una volta la manodopera italiana era la più ambita all’estero, adesso preferiscono chiamare operai da Bangladesh e Filippine perché costano meno e hanno più senso del sacrificio. Mentre ai genitori bisogna spiegare come comportarsi con i ragazzi: il mammismo italiano è una grande tragedia. I ragazzi vanno abituati fino dalla tenera età alla disciplina, ad avere una certa cultura e al senso del lavoro.
Come ho avuto la fortuna di riuscire a fare io con i miei figli, Paolo ed Elena, entrambi a cavallo dei trent’anni. Che hanno trovato la loro strada, tra l’altro fuori dai business di famiglia. Loro per me sono fondamentali.
Raggiunta la mia età, ho visto davvero troppe persone sacrificare tutto per il business o per incarichi pubblici, trascurando la famiglia e, alla fine, cavandoci un ragno dal buco. Perciò oltre ad annoiarmi, il potere mi spinge a un’altra considerazione forse ancora più negativa: veramente porta a qualcosa, il potere? Con una risposta unica e definitiva: no perché ti allontana inevitabilmente da ciò che conta davvero nella vita. L’amore per i propri cari.
Avere ben chiaro cosa è realmente importante nella vita non deve però rappresentare un alibi per non diventare quello che con buon senso può definirsi un “buon padre di famiglia” (o “buona madre di famiglia” meglio ancora, perché le donne rappresentano il lato migliore dell’umanità). Ovvero che riesca a mantenere – o contribuire a farlo – il suo nucleo famigliare. Ecco che allora è altrettanto importante avere ben chiaro quanto conti nel tempo attuale lo studio – un buono studio, mirato e consapevole – con un focus corretto e percorribile secondo le proprie attitudini verso una carriera di studi immediatamente spendibile nel mondo del lavoro.
Ma se l’attitudine non c’è?
Se la tua famiglia non ha i mezzi per supportarti in una carriera universitaria di alto livello, magari nei poli universitari di eccellenza planetaria?
Allora devi spararti? Allora devi commiserarti e ingrassare le fila dei nulla facenti che popolano le strade e le piazze del nostro Paese?
Macché.
Ancora non hai scuse perché il ritorno di certe professioni artigianali è ormai una realtà consolidata. Non solo il maestro orologiaio in Svizzera ma anche, in Italia, il giardiniere o l’idraulico o il pizzaiolo, che trova lavoro ovunque, da Albuquerque a Zagarolo. Impara un lavoro che sanno fare in pochi e il gioco è fatto.
Però, sempre e comunque, scienziato o artigiano poco importa, conta la visione che c’è nella tua testa, tra passato e futuro. Il passato come punto di riferimento di valori ineccepibili, con tanti italiani che si sono distinti come eroi per caso e che meritano di non essere dimenticati e che possono rappresentare dei casi da imitare, come mio padre per quanto mi riguarda. E il futuro come punto di riferimento professionale per migliorare sempre. Perché quando si smette di migliorare, si inizia a morire.
Segue e termina giovedì 3 agosto.
 
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