La Posta del Cuore – Parte Quinta

Cari amici,
eccomi con la “Posta del cuore – parte quinta”, in risposta al mio super-post del 10 febbraio, dove chiedevo il vostro aiuto perché “non so più di cosa scrivere sui social” e al quale voi avete risposto con centinaia di suggerimenti (a proposito, continuate con le domande)!
Oggi, per l’ultima volta, rispondo su questioni nostrane (per l’ultima volta su questioni nostrane perché alla lunga l’Italia annoia e fa incazzare) a Paolo Zunino: “Trova qualche azienda Italiana poco conosciuta, che cresce e vive bene e raccontacela: ci serve da esempio e da ispirazione”. E ad Alessandro Beltrami: “Da ex consulente tecnico di grandi aziende (tra cui le due più grosse cooperative di Imola), ora fisso in una multinazionale USA, ti chiedo: le aziende italiane devono abbracciare il modello Industria 4.x oppure è meglio puntare su artigianato evoluto?”
E su tematiche internazionali, dico la mia a Ubaldo Tambini: “Il cambiamento climatico è vero o falso? Impatti previsti?” e a Laura D’Ambrosio: “I cinesi che costruiscono la più lunga linea ferroviaria in Africa (dal Congo al nord) investendo nel mega continente e, di fatto, comprandoselo (e già fatto con buona parte del Madagascar)”.
Pronti, via. Mi chiedete qualche nome di aziende Italiane poco conosciute e forti? Eccoli: Davines nella cosmetica e Renner nelle vernici.
Mentre le aziende italiane devono abbracciare il modello Industria 4.x oppure meglio puntare su Artigianato evoluto? Entrambi, non basta mai, è ora di spingere l’acceleratore a manetta su tutti i fronti.
A livello macro, il cambiamento climatico è vero o falso? Impatti previsti? Altroché falso! Si tratta di un aspetto potenzialmente esplosivo (e l’altra incognita è rappresentata dall’inquinamento). Esplosivo perché più zone aride e meno acqua da bere o inondazioni significano esodi di massa impossibili da gestire. L’India è molto arida e ha un miliardo di abitanti. In Bangladesh ci sono 150 milioni di persone che vivono sotto il livello del mare. Africa e Medio Oriente hanno problematiche simili. Insomma, c’è da non dormirci di notte!
Invece sui cinesi che costruiscono la più lunga linea ferroviaria in Africa, investendo nel mega continente e, di fatto, comprandoselo, ecco questo è il loro modus operandi. Gli Usa hanno sempre puntato sulla macchina industrial-militare. Nel senso che spendono per fare le guerre, mentre la Cina con un decimo dei soldi si compra i Paesi. È una strategia più intelligente, più efficace. Lo sosteneva già il presidente Eisenhower, alla fine del suo secondo mandato: state attenti alle lobby che spingono sul connubio industrial-militare. Era il 1961 e lui aveva ragione. Comprare i Paesi anziché bombardarli è più semplice, costa meno e non fa morti. I cinesi hanno capito tutto.
Stay tuned!

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