G7: Forchielli, preparatevi a un Trump "con le stampelle"

Usa arrivano deboli a confronto; Ue rinvigorita da voto
Un Donald Trump che arriva in Sicilia “con le stampelle”, indebolito sul fronte interno e con la sua spinta protezionistica ormai sgonfiata. E, dall’altra parte, l’Europa rinvigorita dal voto francese e un’Angela Merkel “forte come non mai” nel confronto con il più euroscettico dei presidenti Usa, quello che a marzo non volle stringerle la mano.
E’ lo scenario che – secondo Alberto Forchielli, partner fondatore di fondo Mandarin in questi giorni a Washington per una serie di incontri istituzionali – si delinea in vista di G7 a Taormina: quello che avrebbe, sulla carta, dovuto segnare il ‘redde rationem’ fra la nuova amministrazione Usa e l’Europa, ma anche il Canada, sul protezionismo, l’offensiva annunciata contro il surplus commerciale europeo e tedesco, e dove invece Trump arriva da “anatra zoppa”.
“Negli Usa ormai è come in Italia, ogni giorno ce ne è una nuova, una caccia alla volpe politico-giuridica. Un giallo a puntate”, racconta Forchielli. Ma le difficoltà interne di Trump, fra i colpi di scena quotidiani del Russia-Gate e il flop di molte delle misure che ne hanno decretato la vittoria a novembre, sono arrivate al punto di indebolirlo notevolmente all’appuntamento di Taormina, dove i sette ‘grandi’ si riuniranno il 26 e 27 maggio. “La border tax è morta e sepolta”, dice Forchielli, e rischiano di fare la stessa fine la cancellazione del’Obamacare (l’assistenza sanitaria estesa) così come il massiccio piano di investimenti infrastrutturali e la promessa riforma fiscale.
Cosa succederà al G7 dove il protezionismo promosso da Trump, dopo un confronto schivato più volte nei precedenti appuntamenti internazionali, dovrebbe arrivare al pettine ed essere messo in discussione? Secondo Forchielli l’Europa, con il suo surplus a traino tedesco messo all’indice da Trump assieme a quello cinese, ha capito la debolezza del presidente Usa.
“Sulle materie commerciali non ha nessuna delega, ci sono blocchi importanti alla Camera e al Senato” e c’è la partita delle elezioni di mid-term, nell’autunno 2018, con i rappresentanti repubblicani alla Camera che non faranno sconti a Trump e prendono le distanze da lui (24 i seggi repubblicani in bilico che rischiano di consegnare la maggioranza ai democratici). Occupatissimo a difendersi dagli attacchi interni, Trump “di fatto si è accontentato di poco o nulla con la Cina” e “molti pensano sia una bolla di sapone anche l’attacco commerciale al Nafta”, con numerose multinazionali ed esportatori americani sul piede di guerra contro il protezionismo, dice Forchielli.
L’Europa? “A Washington non è nemmeno più all’ordine del giorno”. E Angela Merkel, naturale contraltare europeo di Trump, incassa non solo la vittoria di Macron che mette a tacere molti attacchi alla tenuta del progetto europeo, ma sta mostrando buona volontà e capacità lobbistica: surplus commerciale in calo, big tedeschi dell’auto attivissimi (quelli che producono negli Usa sono, da lì, esportatori netti). Conclusione? al G7 – dice Forchielli – “non vedremo un’amministrazione Usa in grado di fronteggiare l’Europa”.
Alberto Forchielli intervistato da Domenico Conti, ANSA 22.05.2017

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