Forchielli: “Vi spiego come diventare ricchi”

Mollate tutto, oggi Forchielli ci spiega come diventare maledettamente ricchi. Licenziatevi. Chiudete le fabbrichette e il negozietto in franchising. Restituite la partita Iva. Forestali smettete di appiccare incendi dolosi, un’altra vita è possibile. Parlamentari, state sereni, imbucarsi nella prossima legislatura non è più una priorità. John Elkann, tranquillo, puoi finalmente sfanculare il tuo capo, Sergio Marchionne, e finalmente vivere una vita dignitosa sul sedile davanti delle nuove Fiat e non sempre dietro o, peggio, nel baule, dove ti infila lo svizzero in maglione. Io, per dire, sono già andato in banca, ho dato le direttive del mio guru, il Califfo di Romagna, e poi sono andato a ordinare la Bentley Continental GT. Ma andiamo per gradi perché, intanto, in Italia, il 97% degli appalti nei Comuni viene affidato senza gara.

Alberto, cosa ne pensi? “Non me ne frega un cazzo. L’Italia, questa Italia, è finita. Parliamo di mondo.”

Sì, va bene, è un po’ che non parliamo di geo-politica. Come sta il mondo? “Gli Usa stanno bene, la Cina anche. Il vero grande problema è il riarmo in Asia perché la Cina rompe i coglioni a tutti i vicini per le sue smanie di espansione. La questione russa si sta ridimensionando, Putin ha cooperato con Obama per il Patto di Vienna sul nucleare e si stanno parlando su come risolvere la questione Siria e vedo quindi uno spiraglio di apertura. La situazione è difficile in Medio Oriente e quindi sono cazzi nostri, di noi europei e della nostra miseria crescente o della nostra decrescente ricchezza, chiamala come ti pare.”

A proposito del Patto di Vienna. Le potenze mondiali – ma si legge USA – hanno trovato l’accordo con l’Iran sul nucleare, con ispezioni, anche militari, in cambio dell’eliminazione delle sanzioni. Dobbiamo sapere altro oltre a quello che abbiamo letto sui giornali? “Il quadro è paradossale perché il popolo americano non ne vuole sapere di Medio Oriente, anche perché tutti gli interventi USA fatti negli ultimi decenni nell’area medio-orientale hanno fatto disastri. Togliere le sanzioni fa bene soprattutto alla Cina, che acquisterà ancor più petrolio iraniano e alla Russia che venderà centrali nucleari e armi all’Iran. Mentre noi europei lo prendiamo nel culo perché ricaviamo vantaggi limitati, l’Iran si aprirà, ma più alla Cina e alla Russia che a noi, non sarà mai più come prima. Però è un accordo che va bene perché ci fa guadagnare dieci anni. Da un lato fermiamo l’Iran e dall’altro gli USA, in questo lasso di tempo, svilupperanno bombe capaci di scavare sotto le montagne dove gli iraniani tengono i siti nucleari.” 

In generale, come stiamo? “Il mondo intero soffre di un debito troppo elevato. Come risultato, la crescita sarà un po’ lenta ovunque. Lo so che la gente crede che il problema sia una domanda non adeguata, ma i maggiori Paesi industrializzati hanno già un considerevole livello di debito/PIL e non ne vogliono aggiungere altro per stimolare il consumatore. Il Giappone è una eccezione. Hanno già il più alto livello di debito in rapporto al PIL rispetto a qualsiasi altra nazione rilevante e sono comunque disposti ad aggiungere altro debito, perché i creditori sono solo giapponesi e la posizione finanziaria netta del Giappone sull’estero è ampiamente positiva.”

La Cina? “È una eccezione nel senso opposto. Sono in una posizione tale da poter contrarre ulteriore debito visto il loro basso rapporto debito/PIL. Senza ulteriori stimoli fiscali, la domanda sarà moderata e la crescita insoddisfacente. Questo è lo stato attuale del mondo ed è probabile che duri per un po’ di tempo. Nel breve termine non vedo un disastro ma solamente economie fiacche e svariati mercati azionari che non si smuovono più di tanto. In particolare l’Europa è la più colpita da questa sindrome di debito in eccesso. Tutte le volte che i politici nostrani parlano di non austerità e di stimolare la domanda dicono cose prive di significato. Sono 40 anni che l’Europa stimola la domanda accumulando deficit e debiti senza migliorare la produttività e la competitività del sistema… Non è ora di cambiare registro?”

Veniamo al dunque. Su Facebook hai scritto un post molto interessante sul mercato azionario. È una delle prime volte che dai indicazioni per farci diventare ricchi anche a noi. Eccolo. “Puoi ottenere rendimenti modesti in azioni nei mercati maggiori. Il mercato americano finirà l’anno più in alto di quanto sia ora. Ma se vuoi guadagnare davvero, dovrai rischiare di più acquistando azioni nella tecnologia e nella biotecnologia. La maggior parte delle persone tuttora non riconosce le gigantesche implicazioni di questo fenomeno. Le scoperte maggiori avverranno nell’ambito del cancro, delle malattie cardiache, dell’Alzheimer, del diabete, della sclerosi multipla e di altre malattie più rare. Selezionare la giusta società può generare rendimenti impressionanti in un contesto di mercato tutto sommato difficile. Proprio adesso ci sono letteralmente migliaia di piccole società che lavorano su prodotti significativi. Molte di queste falliranno, ma alcune cambieranno il mondo come Google e Facebook hanno fatto. Gran parte si trovano in California e a Boston, ma ce ne sono anche in Europa e soprattutto in Asia che incomincia a contrastare efficacemente gli USA in campo tecnologico. Ad ogni modo gli Stati Uniti rimangono dominanti per un fattore di almeno 3 a 1. Dovete spendere il tempo a capire cosa queste società stanno facendo. La ricompensa per avere selezionato quella vincente sarà enorme. In aggiunta, l’andatura dell’innovazione si sta velocizzando. Mi piacciono Facebook; Salesforce; biotech ETFs; una società di tipo industriale, CS Industries; Visa; Apple, ovviamente, Alibaba e Palo Alto Networks. Dopo il recente rialzo sono fuori da Google”. Detto questo, ok le biotecnologie ma come scegliere le società giuste? “I soldi si fanno creando nuovi bisogni come ha fatto Apple con prodotti come l’iPhone e l’iPad, aumentando la produttività (con i robot) oppure risolvendo problematiche consolidate (come il cancro, il Parkinson e l’Alzhaimer). La biotecnologia soddisfa questo ultimo aspetto, decisivo, fondamentale, da svolta epocale. E in più garantisce lavoro vero, reale, innovazione e scienza. Ma, in effetti, su 100 società biotech nei prossimi 10 anni, 80 falliranno, 18 faranno i soldi e 2 diventeranno più grandi di Facebook. Allora quali scegliere? È impossibile saperlo. Quindi bisogna comprare gli indici biotecnologici perché è tutto il settore che crescerà. La parola magica è ‘indici’, sì ma occhio a mollare prima della bolla, perché anche il biotech sta ribollendo!”

Dai… Bentley per tutti!

Forchielli intervistato da Michele Mengoli per Oblòg (10 Agosto 2015)

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