Forchielli vegano… anche no

“VENDO STOCK DI PAPPE VEGANE SUFFICIENTI FINO AL 30/09/2016, OTTIMA CONSERVAZIONE, MASSIMA RESA, MINIMA SPESA”. Appena ho letto questo post di Alberto, del 5 agosto, mi sono rimesso a piangere dal ridere, come avevo fatto il primo di agosto quando me lo aveva comunicato al telefono… ma andiamo per gradi e ripartiamo da quando, a fine giugno, il Califfo di Romagna, un uomo cresciuto a tortellini, maiale e castrato, aveva comunicato al mondo la conversione alimentare al veganesimo, con questa risposta alla mia domanda: perché proprio vegano? “Allora – disse il nostro eroe –, da un lato mi sono rotto i coglioni del rituale del mangiare o del fare la spesa. Se resto solo a casa finisco per mangiare fagioli per due settimane o come è successo a Boston, per tre giorni, soltanto pelati, con sale, olio, pepe e pane surgelato. Sono quasi quarant’anni che mangio in ristoranti di prima, a mangiare perdo tempo e la coreografia del menu, del cameriere e dello stare a tavola non mi diverte più, anzi mi spazientisce e mi annoia. Non mi aiuta nemmeno il bere. Dal 2010 sono completamente astemio perché in Cina ho bevuto troppo vino rosso e grappa, tutta roba cinese. Non ne posso più. Oggi non bevo più neanche la birra. E non posso più mangiare senza fondo come facevo una volta e la carne la digerisco male sopratutto di sera. Poi, leggendo Business Week, ho scoperto il Soylent, una brodaglia ipernutriente che hanno inventato per i genietti della Silicon Valley, che lavorano troppo e non hanno neppure il tempo di mangiare. Il Soylent ha un odore nauseabondo ma è buono. Però mi sono detto, se passo al ‘non cibo’ tanto vale provare le pappe vegane. Ecco come sono passato alla pappa ‘Jake’.”

Veniamo a oggi. 

Alberto, l’11 luglio hai postato la foto dei prodotti vegani con questo commento “Sono arrivate le pappe vegane, da domani sarò un altro uomo”, invece il 5 agosto ti sei fatto fotografare a Colombo con un enorme Crabzilla, il granchio Godzilla da 2,5 chili, pochi istanti prima di mangiartelo. Raccontaci cos’è successo in mezzo… “Herpes, sei veramente uno stracciamaroni!”

Perché? “Lasciami perdere…”

Ma come? Non posso, qui c’è la notizia! “Porca troia, in cucina ho 50 chili di roba vegana. Occupa metà dispensa. Mi è costata 650 euro. Dopo l’ordine, il fondatore di Jake mi ha scritto. Pensava fossi un distributore e voleva conoscere la mia opinione sui suoi prodotti e sul mercato…”

Allora. Com’è la dieta vegana? “L’ho iniziata e l’ho finita subito. Mi fa cagare il cazzo. Faccio delle scoregge infinite e fanno una puzza tremenda. Vacca busona, sembra una medicina. Un beverone vegano è di 1,2 litri e hai tempo 48 ore per berlo poi fermenta ed è da buttare, be’ io non riesco a berlo tutto, mi fa troppo schifo, e lo faccio andare a male…”

È ovvio, sto piangendo dal ridere e lui mi dice: “Smetti di ridere, fatti inculare.”

Non ci riesco… “Adesso quella roba rimane lì per 30 anni perché non ho il coraggio di buttarla via ma, credimi, ha un sapore schifoso…”

Ahahahahaha… e di cosa sa? “Vaniglia… Smetti di ridere… testa di cazzo…”

Non ci riesco… “Ma la roba più tremenda è che quando bevo questi beveroni vegani poi devo interrompere una conversazione per correre al cesso. È un vero inferno! Herpes fatti inculare.”

Caspita, peccato, eri partito con un entusiasmo davvero coinvolgente… “Sì, adesso te li spedisco a casa tua i beveroni e poi mi dici quanto ti coinvolgono… Non mi ci far pensare. È sempre così. Anche da bambino era uguale con le figurine Panini. Ne compravo subito mille bustine e poi mi incazzavo come una pantera quando scoprivo che erano tutte doppie. Vedrai che con l’Harley sarà uguale. Ci farò 400 chilometri in 10 anni.”

Vuoi dire qualcos’altro ai forchiellisti sulla questione? “Sì, vi comunico ufficialmente che passo dalle pappe vegane alle tate vegane… che è meglio.”

Non esistono problemi. Soltanto soluzioni.

Forchielli intervistato da Michele Mengoli per Oblòg (7 Agosto 2015)

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