Dal sangue all’acqua, un unico filo conduttore…

Tecnologie innovative

Il mondo del futuro all’insegna del meno invasivo possibile

 

Con gli ultimi Forchielli della Sera, chiudiamo l’anno in bellezza, analizzando la top ten delle tecnologie innovative secondo la “Global Agenda” del World Economic Forum.

Iniziamo dalle biopsie non invasive per l’identificazione di sostanze cancerogene.

La biopsia, come si sa, consiste nel prelievo di un frammento di tessuto organico per essere analizzato al microscopio – oppure avvalendosi di tecniche microbiologiche o di biologia molecolare – al fine di identificare eventuali sostanze cancerogene. Tuttavia può non essere possibile eseguirla. Per esempio quando è difficile raggiungere la zona da analizzare. Oppure può essere un processo lento. E comunque invasivo, determinando a volte infezioni o complicazioni. Ecco allora che ci viene in aiuto la biopsia liquida, che analizza un semplice campione di sangue – individuando il materiale genetico delle cellule cancerose nel flusso sanguigno – e che perciò migliora alcune criticità della classica biopsia. A parte l’ovvio valore della questione per quanto concerne la vita umana, parallelamente il business si preannuncia colossale.

Al momento, tali test, vengono soprattutto applicati a pazienti già diagnosticati con cancro alla prostata o al polmone. Ma sempre di più potranno essere applicati su scala più grande perché in linea di principio la biopsia liquida può rilevare l’intero spettro di mutazioni e quindi indicare quando è necessario un trattamento più aggressivo. Soprattutto, in futuro, le biopsie liquide sapranno fornire uno screening rapido e preciso anche in soggetti che sembrano perfettamente in salute. E tra le varie realtà che si stanno fattivamente interessando a questo segmento – vi è anche Amazon tra gli investitori – vale almeno la pena citare la statunitense Guardant Health che ha l’ambizioso programma di implementare il test della biopsia liquida a 1 milione di persone nel corso del prossimo quinquennio.

Estremamente significativa è anche la raccolta di acqua pulita direttamente dall’aria.

Ancora oggi miliardi di persone non hanno facile accesso all’acqua pulita e ottenere acqua direttamente dall’aria sarebbe un incommensurabile passo in avanti dell’umanità. Purtroppo le attuali tecnologie per ottenere acqua necessitano di elevata umidità e altrettanta elettricità, costosa e non sempre disponibile.

Il passo in avanti lo stanno progettando tra MIT (Massachusetts Institute of Technology) e Berkeley, con un sistema che non richiede l’utilizzo dell’elettricità e che si avvale di cristalli porosi metallico-organici, sviluppati dal chimico Omar M. Yaghi della University of California. Scegliendo combinazioni specifiche di metalli e sostanze organiche, gli scienziati possono selezionare le proprietà chimiche di ciascun cristallo, personalizzandone l’uso. Con doti fenomenali: un grammo di questi cristalli delle dimensioni di una zolletta di zucchero ha una superficie interna approssimativamente uguale all’area di un campo da calcio.

Questo cristallo ha un ruolo sostanziale in un dispositivo – siamo ancora nella fase del prototipo – elaborato dal team dell’ingegnere meccanico del MIT Evelyn Wang, che può raccogliere giornalmente 2,8 litri di acqua per ogni chilogrammo di tali cristalli, anche con livelli di umidità relativa inferiori al 20%, ossia simili all’umidità dei deserti, senza richiedere l’uso di energia elettrica. L’aspetto negativo della faccenda è il costo dei cristalli, che viaggia intorno ai 150 dollari per chilogrammo.

Mentre la start-up Zero Mass Water di Scottsdale, in Arizona, ha già in vendita un sistema basato sull’energia solare – senza collegamenti alla rete elettrica o a un sistema idrico esistente – che fa circolare l’aria attraverso un sistema brevettato in grado di produrre da due a cinque litri di acqua al giorno e che viene conservato in un serbatoio da 30 litri. Negli USA questo sistema viene venduto a 3.700 dollari, compresa una donazione del 10% che serve per contribuire all’installazione di questa tecnologia in alcune parti del mondo prive di infrastrutture idriche.

In entrambi i casi – così distanti tra loro – l’obiettivo è identico: semplificare e raggiungere il maggior pubblico possibile!

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